Avete l’agenda piena di impegni? Vorreste che le giornate durassero un paio di ore in più per incastrare tutte le attività che volete o dovete fare? Ecco qualche spunto di riflessione per renderci il tempo “più amico”.
Tra le giustificazioni principali, oltre alle legittime paure e resistenze, per non intraprendere un percorso di crescita personale, vi è spesso il ritornello “Non ho tempo per me”.
A volte le persone che fanno un percorso di counseling dicendo che vorrebbero ampliare la loro rete sociale, dicono di non riuscire a farlo o di non poter frequentare le amicizie storiche, proprio perché, assorbite dalla famiglia, dal lavoro, ecc non hanno tempo.
In effetti viviamo in una società sempre di corsa… ma è davvero sempre così? Siamo obbligati a vivere in affanno?
Oppure, se davvero una cosa ci interessa, il tempo possiamo trovarlo?
Prendersi un’ora per sé, per un incontro di counseling o semplicemente per riflettere sugli spunti che tra breve darò, può essere utile per mettere uno stop alla nostra “corsa” automatica di ogni giorno e fare il punto dei nostri schemi e delle nostre priorità.
Se diamo veramente importanza a un’attività, riusciremo a trovarle spazio, certamente a scapito di un altro impegno…. Ma non tutto è sempre necessario nell’immediato. Qui entra in gioco quindi il discorso della scelta e della capacità di mettere ordine nelle nostre priorità.
Se tutto ha priorità massima e continuiamo a lamentarci della cronica mancanza di tempo, allora forse siamo in uno degli empasse seguenti.
1) Non riuscire a delegare
C’è chi sente che è tutto sulle proprie spalle o che si sente in dovere di rispondere in prima persona a tutte le esigenze dei propri cari. Ecco allora mamme che diventano i taxisti o le cuoche dei figli maggiorenni, perché non riescono a delegare ad altri, marito o figli stessi, le attività che hanno sempre svolto loro.
Occuparsi degli altri è sicuramente gratificante e fonte di “benessere” individuale. Diventa però un “blocco” quando non è più una scelta e lo si fa per abitudine, per senso di colpa o perché non si riesce a dare spazi e fiducia agli altri.
Se ci lamentiamo di non aver tempo per noi perché siamo fagocitati dalla nostra famiglia, chiediamoci se davvero riteniamo che gli altri membri del nostro “entourage” siano così incapaci di fare quello che facciamo noi. Chiediamoci perché facciamo tutto noi: ci piace il ruolo di “eroe”? Se ci piace questo ruolo e ci sentiamo a nostro agio, ben venga (se non diventa un limite agli spazi e autonomia altrui). Se comincia a starci stretto, cominciamo a sederci con un foglio davanti a noi e a disegnare la nostra rete: quali sono le persone a cui possiamo chiedere aiuto, dentro e fuori casa, e a delegare parte delle nostre incombenze quotidiane?
2) Bisogno di tenere tutto sotto controllo
Questo “schema” si ricollega in parte a quello precedente. Ci sono momenti nella nostra vita in cui sentiamo di “dover essere sul pezzo” in ogni cosa. Non possiamo limitare il tempo passato sul lavoro perché vogliamo dimostrare di essere più bravi o perché siamo in competizione con i colleghi. Oppure ci stiamo affermando in libera professione e cerchiamo di stare dietro a qualsiasi corso riteniamo possa essere utile.
Siamo umani e non possiamo fare tutto. Meglio concentrarsi su poche attività ma seguirle per bene.
3) Volere tutto subito
Ci sono quelle persone poi che non vogliono rinunciare a nulla. Sono attivi in mille corsi, in palestra, in biblioteca. Non si perdono un’uscita con gli amici, quasi come se ogni giorno fosse una corsa al “Cogli l’attimo”. Certamente è bello e arricchente avere una vita piena, ma quanto di quello che facciamo ci piace veramente e quanto invece viene fatto perché siamo spinti dal mantra: “non mi posso perdere nessuna possibilità?”. Se è la seconda ingiunzione quella che ci motiva, a volte in modo frenetico, significa che comunque anche in questo caso ne siamo schiavi e non siamo veramente liberi di decidere come impiegare il nostro tempo.
Avere mille attività e strade davanti a noi è euforizzante. Sceglierne una implica la rinuncia di molte altre possibilità favolose. Buttarsi in mille attività a volte ci porta però a non gustarne appieno neanche una.
Chiediamoci quindi cosa ci arricchisce davvero tra le mille cose che facciamo e a cosa potremo rinunciare senza grossi rimpianti. In questo modo si liberano spazi di tempo per riprendere in mano relazioni trascurate o per cominciare a rigenerare le nostre energie stando a tu per tu con noi stessi.
4) L’Horror Vacui
C’è chi si riempie la vita di attiività perché ha paura del vuoto, della solitudine, del tempo passato a casa, senza nulla da fare. Cosa ci spaventa di questi momenti? Quali sono i pensieri che ci accompagnano? (“Se passo i week end a casa da sola sono una fallita, non ho amici,…”)
Cerchiamo di capire che significati diamo alla solitudine e cerchiamo di capire che a volte può esserci amica e non solo fonte di pensieri negativi e pessimistici. Per saperne di più sulla paura della solitudine, potete leggere anche il post che ho scritto qualche settimana fa.
5) Non sapere dire di NO
Ci sono le persone che hanno le agende piene loro malgrado. Vorrebbero trascorrere il fine settimana a casa, a riposarsi, ma poi arriva l’amica che insiste per avere un accompagnatore alla mostra di turno.
Quante volte fate qualcosa soltanto perché non riuscite a resistere alle pressioni e agli inviti degli altri?
Può succedere perché non troviamo al momento scuse e giustificazioni adeguate (anche se un semplice “ho altri progetti, non sono interessata, non mi va”, non è una risposta poi così malvagia). Oppure lo facciamo per compiacere i nostri cari: non vogliamo farli rimanere male oppure non vogliamo deludere le loro aspettative.
Per le persone che non riescono a dire di no, lo scenario peggiore è che le persone intorno a loro possano pensare male di loro. Ecco che allora a volte ci si ritrova incastrati in impegni che non si desiderava, con la conseguenza di non stare vivendo in modo autentico il proprio tempo.
In questo caso, in effetti, stiamo “sprecando” la risorsa tempo, per accontentare gli altri.
6) Prima il dovere poi il piacere
C’è chi ha introiettato il proverbio “chi dorme non piglia pesci”, al punto che il tempo è valido solo se impiegato in attività produttive. C’è chi non riesce a gustarsi il tempo. Chi si sente in colpa, addirittura, a prendersi un’ora per sè per farsi fare un massaggio o per rilassarsi sul divano. Ogni momento libero viene quindi riempito con qualche attività per non “sprecarlo”, perché si sente di valere solo quando si fa e si è impegnati in qualcosa. Ho già parlato invece dell’importanza dell’ozio creativo e della solitudine come “spazio” per autoricaricarsi.
7) Non sapersi dare delle priorità
C’è poi chi non sa decidere cosa è meglio per sé. Alcune persone non sono in contatto veramente con i propri desideri e bisogni profondi e non sanno quindi identificare tra i molteplici impegni, mondani e non e le varie attività, cosa fa davvero al caso loro in quel momento. Si trovano quindi a correre tra una cosa e l’altra senza “centrare” l’obiettivo.
Questo vale anche sul lavoro. Non tutto ha importanza “10”. Ci sono cose più importanti di altre, impegni da svolgere subito e impegni rimandabili. Impariamo a prioritizzare. Un’Agenda e dei colori possono essere validi strumenti per questo scopo: in ogni giornata dividete gli impegni (sottolineandoli con colori diversi) in impegni A (di massima prioprità, da svolgere il prima possibile), impegni B (da mettere in secondo piano) e impegni C (rimandabili senza problemi).
Un percorso di counseling è utile per evidenziare e prendere consapevolezza di alcune di queste dinamiche. Il counselor può accompagnare il cliente anche nell’utilizzo di alcuni strumenti citati o dandogli piccoli “compiti” (come banalmente “Prenditi un’ora per te alla settimana”, per chi non l’hai mai fatto in vita sua), per spezzare le abitudini e vivere una vita piena.. di maggior benessere.