Sviluppare le competenze e le abilità per una comunicazione efficace è alla base del successo di una coppia nel lungo periodo.
Se nella fase iniziale dell’innamoramento i due partner non si “aprono” ancora del tutto e quindi gli episodi conflittuali sono limitati, con il passare del tempo e il crescere dell’intimità spesso si comincia, nelle discussioni, a “vuotare il sacco” senza controllo, lasciandosi talvolta trasportare dalle emozioni negative del momento.
Sentirsi delusi, frustrati, attaccati o in preda alla rabbia e alla tristezza è normale quando una persona amata non risponde alle nostre aspettative. Quello che si può fare, tuttavia, è fare in modo che tali emozioni non prendano il sopravvento, rendendo la soluzione del conflitto più complicata.
Vi sono degli atteggiamenti che bloccano sul nascere qualsiasi comunicazione “sana” e che trasformano il dialogo in una bomba a orologeria. Conoscere questi comportamenti è il primo passo per cercare di migliorare la propria comunicazione di coppia. Se durante la discussione può essere difficile ricordarsi questo vademecum, la lista qui sotto può essere comunque utile per un’analisi a “freddo”, dopo la discussione, per vedere cosa non ha funzionato e iniziare a mettere in atto nei momenti di tensione futuri dei piccoli passi di cambiamento, per abituarsi a comunicare meglio.
Cosa intendo per comunicare meglio?
Non voglio certo suggerire di bloccare l’espressione delle proprie emozioni o dei propri disagi: la coppia solida è quella in cui entrambi i partner possono aprirsi all’altro, senza paura di essere giudicati. Soltanto così si può riuscire ad avere una piena soddisfazione dei propri bisogni. Molte volte, infatti, ci aspettiamo che l’altro ci legga nel pensiero e capisca in automatico quello che vogliamo (“Se non ci arriva, non tiene al rapporto”). Comunicare meglio significa mettere in atto delle piccole strategie per fare in modo che l’altro sia più aperto, disponibile e messo nelle condizioni di ascoltare più di buon grado quello che vogliamo esprimere. D’altro canto, è opportuno che, anche dal nostro lato, ci sia un ascolto attento e un atteggiamento differente.
I blocchi della comunicazione
Vediamo insieme cosa può rendere il dialogo più difficoltoso e impedire quindi che una discussione, in apparenza semplice e banale, si risolva senza urla, pianti, rimostranze o stress.
1) Biasimare e Accusare: il rischio dell’Ipercriticismo
Inserire lamentele, critiche e accuse dentro una discussione non sarà certo funzionale a ottenere un ascolto empatico. Molte discussioni, infatti, finiscono per essere uno sfogo e una lunga lista di rimostranze. Chiedetevi se è davvero questo quello che volete dal dialogo. Può essere che abbiate bisogno di sfogo e supporto emotivo, ma difficilmente potrete trovarlo in una persona che si sente attaccata.
Il risultato della critica è infatti normalmente un atteggiamento difensivo e uno stop automatico nella disponibilità di ascolto.
2) Utilizzare generalizzazioni
Le parole, soprattutto in una discussione in cui subentrano emozioni e tensioni, sono importanti.
Quante volte in una discussione utilizzate le generalizzazioni e le parole “sempre” o “mai”?
(“Non mi aiuti mai”; “Sei sempre stanco”)…
Le generalizzazioni gettano benzina sul fuoco. Innescano una discussione sulla discussione, perché l’altro si sente in dovere di difendersi e di ribattere con quell’episodio in cui la generalizzazione non è avvenuta.
E’ opportuno quindi limitarsi a sottolineare quello che ha funzionato in un unico episodio concreto, piuttosto che criticare in toto, dando sentenze assolute.
3) Disprezzo e Sarcasmo
Il disprezzo ha varie forme, alcune sottili e subdole: il tono di voce, alzare gli occhi al cielo, fare una smorfia possono far infuriare inutilmente l’altro.
Prestiamo quindi attenzione anche al nostro linguaggio non verbale.
4) Il silenzio e la fuga
Non c’è niente di meno costruttivo che fuggire davanti ai problemi o ignorarli.
La fuga e il silenzio fanno sentire ancora più frustrato il partner che “rimane” in campo.
Il silenzio mette un muro, non lo toglie.
Talvolta, quando la discussione prende toni troppo accessi, è opportuno mettere un “break” per evitare esplosioni ed esasperazioni. Quando si sente questa esigenza, tuttavia, è consigliabile comunicare all’altro l’intento: “Ho bisogno di 5 minuti di calma per sbollire e poi possiamo riparlarne”. Una frase di questo genere lascia aperta una “porta” simbolica all’altro, anche se mentre la pronunciamo andiamo in un’altra stanza e ci chiudiamo per un attimo dietro la porta reale.
5) Cambiare argomento
Le discussioni spesso aprono molte porte e problematiche: continuare a saltare da un episodio all’altro e da un problema all’altro non permette di focalizzare realmente l’attenzione su nessuno di questi. La soluzione quindi tarderà ad arrivare. Il trucco è “Affrontiamo una questione alla volta”. Solo quando un problema è “spuntato”, ha senso passare al successivo.
I blocchi della comunicazione, se permangono, generano una situazione di rabbia repressa (e a volte anche esplosiva).
Fortunatamente è possibile allenare e acquisire della abilità comunicative e di gestione delle emozioni che consentono di neutralizzare questi blocchi. La prima fase passa da una presa di consapevolezza, individualmente, insieme in coppia, o con l’aiuto di una terza persona, su questi atteggiamenti distruttivi.
Valeria Salvai Professional Counselor
Valeria Salvai Professional Counselor riceve presso il Centro Nonsoloyoga, Via E.Duse 3/B – 27029 Vigevano. Riceve anche a Milano in via Foppa angolo Viale Coni Zugna.
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